Il Progetto

Musica Nomade nasce dall’idea della fotografa Mariagrazia Giove, ma non è solo un progetto fotografico, è un concetto, un messaggio culturale, sociale e di vita.

“La musica è viaggio, esplorazione, andate e ritorni.
La musica è nomade per definizione, perché non ha fissa dimora.
Ovunque prende forma, lì è la sua casa.”

Per esprimere l’importanza della musica in ogni luogo, Mariagrazia ha coinvolto 150 artisti, fra cantanti, musicisti e DJ portandoli per strada, in luoghi inusuali, fuori dal palco.
Nessuno dei soggetti è un musicista “di strada” ma le immagini li ritraggono sempre in questo contesto, perché la strada, il paesaggio, i luoghi, diventano protagonisti dell’immagine, tanto quanto la musica.
Le foto non sono frutto di servizi fotografici in posa, ma di un momento magico di incontro e condivisione.
A volte è il musicista a scegliere un luogo a lui caro, a volte ci si trova in una città sconosciuta ad entrambi e comincia l’esplorazione!
Parole, conversazioni sulla vita, sulle esperienze musicali e di viaggio e poi magicamente arriva il luogo giusto, il musicista comincia a suonare e Mariagrazia a scattare!
La musica è presente e s’impone, nelle emozioni e nelle immagini.

Musica Nomade non è un progetto finito, ma in continuo approfondimento. L’obiettivo è di scoprire e conoscere più luoghi possibili, descrivere culture e tradizioni musicali diverse.
Tutti gli artisti che aderiscono al progetto lo fanno in forma volontaria e gratuita. I proventi ricavati dalle sponsorizzazioni, dalla vendita delle foto e dalle mostre sono dedicati al proseguimento del viaggio di Musica Nomade.


La Mostra

Il progetto di Musica Nomade prevede la cura e l’organizzazione di una mostra itinerante che racchiude tutto questo: immagini, ma anche parole e musica.
Le opere fotografiche sono realizzate con stampa Fine Art, su preziosa carta cotone, con un effetto mat osservabile da qualsiasi angolazione, che dona all’immagine una incredibile profondità, con un effetto quasi tridimensionale, per portare l’osservatore dentro all’immagine.
Le parole degli artisti ritratti che raccontano la loro visione della musica e le loro esperienze, sono scritti sui muri o sulle didascalie.
La musica degli artisti ritratti, può essere diffusa nella mostra oppure ascoltata sul proprio smartphone, attraverso Qwerti Code riportati sulle didascalie, che rimandano ad un brano associato ad ogni immagine.
Diverse e prestigiose locations hanno già ospitato la mostra in Italia e all’estero.
Con questo progetto, Mariagrazia Giove è stata l’unica fotografa italiana di musica ad aver avuto una personale al North Sea Jazz Festival, dopo nomi del calibro di Jim Marshall, Baron Wolman, Francis Wolff, Jimmy Katz, che hanno fatto la storia della fotografia di musica.




Dicono di noi..

Hollis King
Hollis King

“Oggi chiunque può scattare una fotografia. La fotografia è diventata una cosa semplice, puoi sempre usare il tuo telefono. Ma, nel momento in cui è diventata più facile, è diventata ancora più difficile. Come si può comprendere o orientarsi nel disordine della mediocrità? Rimangono ancora poche persone in grado di farlo e in grado di svelare qualcosa di più rispetto sulla nostra umanità. Mariagrazia è un talento capace di riuscirci! La prima cosa che ti stende è la sua umanità, Mariagrazia Giove ama le persone e le persone s’innamorano di lei. Tutti i suoi soggetti sembrano essere a loro agio e partecipi duranti gli scatti. Mariagrazia è attenta a tutti i dettagli nelle sue foto, compresi i luoghi, gode del proprio lavoro così come faccio io. “

Ashley Khan

La parola ‘nomade’, ovviamente, ti fa pensare a ‘senza casa’. Devi sempre viaggiare ma comunque, ovunque ti fermi, quel luogo diventa la tua casa per quel tempo, e poi devi andare avanti. Penso che la musica si inserisca molto bene in questo modello e che l’idea che la musica possa e debba viaggiare tutto il tempo, rifletta esattamente il suo aspetto naturale. Vedo la musica come una forza naturale, come l’acqua! Puoi provarla e gestirla, puoi provare a fermarla mentre scorre, convogliarla in una direzione e tenerla per un solo popolo, ma alla fine l’acqua troverà altra acqua, si mescolerà e si unirà e continuerà a scorrere e trovare il suo corso. La musica è una forza naturale come questa, la musica è sempre in viaggio! 


Thomas Conrad
Thomas Conrad

Musica Nomade, lo straordinario progetto visivo in itinere della fotografa Mariagrazia Giove, è profondamente in sintonia con la natura nomade propria della cultura jazz. Ma c’è qualcosa di più. Attraverso la volontà forte di catturare il jazz fuori del suo habitat naturale (la sala concerti, il club, lo studio di registrazione), Giove pone la musica e i suoi professionisti in una nuova luce. Ognuna delle sue immagini è reale e misteriosa. Nel complesso, rivelano che l’habitat naturale del jazz trascende il palco o lo studio. Raccontano, niente di meno, che delle strade del mondo. E proprio perché lavora spontaneamente, non nell’elaborazione di meri scatti fotografici ma in esistenziali impegni umani per le strade della vita reale, l’arte di Mariagrazia Giove è tanto estemporanea come il jazz. Mi auguro che continui a incontrare musicisti in queste grandi e grintose location, mantenendo la volontà di documentare tali suggestioni e il risonante contrasto tra artisti duraturi e ambienti transitori.

Michael Quinlin
Michael Quinlin

Musica Nomade è un luogo di incontro meravigliosamente concepito per coloro che amano la musica in tutto il mondo. Ci rende consapevoli che l’arte, che sia musica o fotografia, non ha bisogno di traduzioni, è lì che tutti noi possiamo apprezzarla, ognuno a modo suo.


Alceste Ayroldi
Alceste Ayroldi

Foto che parlano, anzi suonano: immagini dinamiche che ritraggono, con profondità e sentimento musicale, il musicista fuori dal palco per collocarlo in un ambiente naturale. Fotografie capaci di attirare l’attenzione per la descrizione dei particolari, tanto che il musicista, armato del suo strumento, diventa deuteragonista al fianco di palazzi, strade, skylines, ponti, alberi e squarci di cielo.

Enza A. Moscaritolo
Enza A. Moscaritolo

A vedere le foto di Mariagrazia Giove vien voglia di stare sotto il palco, col mento all’insù, per assistere a tutti gli straordinari concerti che lei ha potuto fotografare, come bimbi che guardano un gioco di prestigio con gli occhi sgranati e la bocca aperta. Viene da pensare a come si possa stare senza aver visto almeno una volta nella vita Sting o Macy Gray, ad esempio, e tutti i più grandi artisti jazz della scena internazionale. Vien voglia di mollare tutto e andare. Come del resto ha fatto lei.